Una vecchia piccola storia che vale ricordare

Il cimitero del Verano, a Roma, è pieno di tombe monumentali. Una di queste rappresenta una bambina che ci viene incontro stringendo un grosso quaderno. E ci racconta una storia incredibile, e praticamente dimenticata. 

All'ora di pranzo del 25 ottobre 1954 a Salerno iniziò a piovere. Col passare delle ore la pioggia non solo non smetteva ma aumentava sempre di più. Alle otto di sera era diventata un nubifragio infernale che solo nelle quattro ore successive fece cadere sulla città mezzo metro d'acqua, e non cesserà che nel tardo pomeriggio del 26, dopo aver ucciso 318 persone.

La Rai lanciò un disperato SOS e dette vita ad una pubblica sottoscrizione. I danni erano incalcolabili, le popolazioni colpite necessitavano di tutto.

L’appello radiofonico arrivò naturalmente anche a Roma, e in particolare a casa della piccola Raffaella La Crociera, inchiodata da circa un anno nel suo lettino da una malattia incurabile. La sua famiglia, già modesta di suo, era finita completamente sul lastrico per i costi delle cure, e lei quindi sapeva di non avere nulla da offrire ai bambini salernitani.

Tuttavia Raffaella aveva un dono molto raro: scriveva poesie, e le scriveva benissimo. Anche lei, cioè, poteva disporre di qualcosa da offrire, di sua esclusiva proprietà. Si fece dare carta e penna e subito cominciò a scrivere press’a poco così (per i non romani, "sinale" in romanesco vuol dire grembiule): 

"Cara RAI, sono molto malata da oltre un anno. I miei genitori hanno speso tutto quello che avevano per guarirmi. E io non ho nulla da offrirti per i bambini di Salerno. Ti offro questa mia poesia: 

Er Sinale: 

Giranno distratta pe casa,
tra tanta robba sfusa,
ha trovato - ah! come er tempo vola -
er sinale de scola.

Nero, sguarcito,
un pò vecchio e rattoppato,
è rimasto l’amico der tempo passato.

Lo guarda e come se gnente fusse
a quell’occhioni spunteno li lucciconi,
e se rivede studente allegra e sbarazzina
tanto grande, ma bambina.

Lo guarda e come un’eco risente
quelle voci sommesse: Presente!
Li singhiozzi, li pianti,
li mormorii fra li banchi,
e senti, senti, 
pure li suggerimenti.

Tutto rivede e fra quer che resta,
c’è la cara sora maestra.
Sospira l’ècchese studente, perché sa
che a scola sua non ce potrà riannà.
Lei cià artri Professori, poverina.
Lei cià li Professori de medicina".

Domenica 31 ottobre, alle prime ore del pomeriggio, dai microfoni della rubrica “Campo de Fiori” la voce di Giovanni Gigliozzi raggiunse ogni angolo d'Italia con i versi della poesia, che fu messa subito all’asta per destinare il ricavato agli alluvionati salernitani. In poco tempo la sede di Roma della RAI fu tempestata di telefonate. Le offerte si moltiplicarono senza respiro fino al momento in cui dalla Svizzera offrirono la spaventosa cifra di mezzo milione di franchi (4 milioni di euro di oggi).

La piccola, che era rimasta sempre in ascolto, pianse di gioia. Stampa nazionale ed estera dettero ampio spazio all’episodio della piccola romana, poetessa in erba. Il 1 novembre, un negoziante romano di giocattoli le annunciò di averle regalato una meravigliosa bambola, e quella sera Raffaella andò a dormire se possibile ancora più felice. 

Non si risvegliò più.

La bambola, su un cuscino di fiori bianchi, precedette la piccola bara tra due ali di folla commossa. Oggi due scuole, una a Roma l’altra a Salerno, sono intitolate a Raffaella La Crociera, poetessa.
(Lo straniero)

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